COORDINAMENTO “NO ZOO”
Nell’estate del 2014, la “L.I.D.A. Torino” è stata una delle 12 Associazioni animaliste ed ambientaliste torinesi che hanno dato origine al “Coordinamento No Zoo”, sorto per contrastare il progetto della locale Amministrazione Comunale di indire un bando di gara di “concessione per valorizzazione”, di durata trentennale, di una parte del “Parco Michelotti”, quella che, sino al 1987, aveva ospitato lo zoo di Torino, giustificandola con il fatto di ” … non avere i soldi per riqualificarlo e restituirlo ai cittadini.”.
Nonostante le varie raccolte di firme effettuate, l’aver esercitato il “Diritto di Tribuna” presso il Comune, l’essere stati ascoltati dalla “VI Commissione Consiliare Permanente” dello stesso Comune, l’aver svolto molte manifestazioni sia nel Parco, davanti all’ingresso dell’ex zoo, che di fronte al Comune ed in vie e piazze cittadine, lo scorso 10 dicembre il Comune di Torino ha assegnato provvisoriamente l’area alla società “Zoom Torino S.p.A.”, che già gestisce il “Bioparco” di Cumiana (TO), dove moltissimi animali sono “costretti” a vivere. in modo non certo naturale, per il divertimento dei visitatori e per sostenere, con il loro sfruttamento, i guadagni del gestore. Detta Società, entro 20 giorni, dovrà depositare una dettagliata relazione illustrativa dell’opera che intende realizzare; successivamente il progetto passerà al vaglio della Giunta Comunale per l’approvazione definitiva.
Tale progetto prevede, per ora, la divisione materiale del Parco in due aree tematiche, una all’aperto ed un’altra al chiuso. L’area all’aperto sarà la “Children Farm”, dove, attraverso l’esperienza diretta con gli animali domestici dei vari continenti, verrà raccontato ai bambini l’ambiente della fattoria. Per questo, quindi, verranno ricreati i paesaggi Inca, un villaggio del sud-est asiatico ed un recinto di pietre africano,con capre, lama e maialini vietnamiti.
La seconda area, la “Biosfera”, sarà dedicata agli ambienti tropicali e ricostruirà alcuni habitat esotici all’interno dei fabbricati già esistenti : qui si passerà dalla “Casa delle farfalle”, inserita tra un tempio cinese ed un giardino botanico, al “Rettilario”, che ricreerà, con serpenti e pesci, l’ecosistema del Rio delle Amazzoni.
Per poter accedere alle due aree, sarà quindi necessario pagare un biglietto, che, al momento, si ipotizza possa essere di circa 8/10 euro per visitare la “Children Farm” e di 15/17 euro per muoversi nella “Biosfera”.
Con questa proposta, si è realizzato proprio quello scellerato progetto che il “Coordinamento No Zoo” ha sempre temuto e che ha cercato, e continuerà a cercare, di evitare : cioè la privatizzazione di quella parte di Parco, che, colpevolmente abbandonata da anni dall’Amministrazione Comunale, sarà ora tolta alla libera fruizione dei cittadini, e la presenza, di nuovo, di variegati animali.